Tecniche di condizionamento e di controllo mentale

LA MANIPOLAZIONE MENTALE NEI GRUPPI DISTRUTTIVI      

       Manuela Tizzani * –  Anna Maria Giannini**

 * Direttore tecnico Capo Psicologo della Polizia di Stato, Psicologa Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo comportamentale, docente di Master in Psicologia Giuridica Forense

** Professore ordinario della Facoltà Medicina e Psicologia Forense alla “Unversità la Sapienza” di Roma
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CREDENZA, FEDE E PARANOIA: DALL’INDIVIDUO AL GRUPPO.
PSICOPATOLOGIA DELLE SETTE 

SIP 2006 Prof. Lalli Psicopatologia nelle sette

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Il plagio di fatto esiste, e centinaia di migliaia di persone, ogni giorno, in tutti i paesi della terra, lo subiscono e ne sono devastate.

Migliaia di persone vengono plagiate senza avere il benché minimo sospetto che un ladro è penetrato nella loro anima e li sta derubando della propria libertà interiore.

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TECNICHE DI CONDIZIONAMENTO E CONTROLLO MENTALE  NEI GRUPPI SETTARI

1^ parte   

  (Pubblicato sul n.9 /2001 del quindicinale riminese PAGINE CONTROdi Sonia Ghinelli, FA.VI.S Associazione Familiari delle Vittime delle sette

COME UNA SETTA RIESCE A PLAGIARE

Le sette o i culti, non sono una novità della nostra epoca. Nel corso dei secoli, specialmente durante i periodi di transizione e profonda crisi socio-culturale, si è assistito all’esplosione di neo-spiritualismi o pseudo-tali ed all’aggregarsi entusiastico di persone intorno alle più disparate tipologie di leader carismatici. Una grande diffusione e relativa crescita esponenziale di nuovi movimenti, si è verificata nel nostro secolo a partire dal secondo dopoguerra, ma ciò che sostanzialmente caratterizza il culto moderno, è il ricorso e l’uso sistematico di raffinate tecniche psicologiche utilizzate al fine di ridurre la volontà di una persona così da acquisirne il pieno controllo dei  pensieri, delle azioni e dei sentimenti. In altri termini il controllo mentale sta diventando sempre più scientifico. 

Proprio a partire dalla seconda guerra mondiale, i servizi segreti di vari paesi, sono stati impiegati massicciamente nella ricerca e sviluppo delle metodiche di manipolazione mentale. La CIA per sua stessa ammissione, ha affermato di aver condotto sin dagli inizi degli anni Cinquanta, esperimenti con droghe, elettroshock e ipnosi, all’interno di programmi dal nome in codice MK-ULTRA e da allora similari ricerche e relativi esperimenti, si sono sviluppati anche in altri settori.

Leader di sette abusanti di ogni genere, tipo e denominazione, hanno dunque cominciato a capire le illimitate risorse offerte da tali tecniche e si può pertanto sostenere che proprio in tal modo è sorto e si è affermato ufficialmente il fenomeno del culto moderno.

Indubbiamente non tutti i capi-setta diventano maestri nell’arte della manipolazione e del controllo mentale frequentando corsi e scuole di persuasione, più sovente, per acquisire tale ‘specializzazione’, è sufficiente procedere per tentativi, osservando cosa funziona ed aggiustando il tiro quando invece le tecniche non sortiscono l’effetto sperato: come in qualsiasi altro campo, l’esperienza consente di personalizzare ed affinare le tattiche di acquiescenza. Vi sono del resto strategie elementari adottate pressoché da ogni gruppo, tanto nella fase di proselitismo che in quella di indottrinamento degli adepti.

Innanzitutto, difficilmente gli adepti di culto distruttivo si presenteranno a noi affermando di farne parte. Le parole di Steven Hassan, noto fuoriuscito dall’organizzazione del reverendo Sun Myung Moon e autore del libro Mentalmente liberiCome uscire da una setta’, descrivono perfettamente la maniera ingannevole con la quale fu avvicinato da alcuni  seguaci della setta che cercavano di reclutarlo: ” Un giorno, mentre stavo leggendo un libro nella sala di ricreazione dell’Associazione studentesca, alcuni coetanei mi si avvicinarono… Mi dissero che anche loro erano studenti e che avevano messo su una piccola comunità di giovani provenienti da tutto il mondo. Mi invitarono ad andarli a trovare…Quando chiesi se per caso fossero un gruppo religioso, mi risposero ridendo “Oh, no! Niente affatto!”. Mi dissero che facevano parte della Crociata per l’unità del mondo, un’associazione il cui scopo era il superamento delle barriere culturali tra i diversi popoli “. Gli adepti della Chiesa dell’Unificazione del reverendo Moon, che  evitarono accuratamente di presentarsi come appartenenti ad un movimento religioso, sono l’esempio di ciò che normalmente accade nella prima fase del cosiddetto proselitismo attuato da un culto distruttivo.

La strategia che segue immediatamente è detta LOVE BOMBING (cioè bombardamento d’amore) in quanto i reclutatori tendono a mostrarsi come persone amiche ed estremamente comprensive, sempre positive, pronte a rispondere a tutti i nostri bisogni, compartecipi dei nostri dolori e delle nostre gioie, incredibilmente inclini al perseguimento del bene individuale e di tutta l’umanità. La potenziale ‘vittima’ viene circondata di attenzioni, cure ed affetto, sino a che la barriera difensiva che normalmente ogni individuo erige verso coloro che non conosce, viene abilmente abbattuta grazie a questa potentissima bomba affettiva. In una seconda fase, due o tre persone si dedicano esclusivamente al soggetto e cercano di eliminare ogni suo dubbio rafforzando al contempo il suo desiderio di appartenenza al gruppo.

L’ISOLAMENTO costituisce la strategia successiva attraverso la quale la persona viene separata dalla sua famiglia e dal suo contesto amicale e sociale. Le viene reso impossibile con ogni scusa ( telefoni guasti, strade interrotte, etc. ) il contatto con persone esterne. Inoltre si crea l’incapacità a verificare le informazioni che vengono fornite, rendendo accessibile un’unica realtà, quella del gruppo.

Si passa poi al vero e proprio INDOTTRINAMENTO che consiste nel rigetto totale dei valori vissuti in precedenza, nello studio continuo di dottrine complesse, nell’incoraggiamento all’obbedienza cieca, nell’uniformità nell’aspetto esteriore, nel senso di appartenenza ad una realtà misteriosa, ( sovente gli adepti sono convinti di essere dei prescelti, degli illuminati, degli eletti di Dio ), nell’uso di formule ripetitive ( mantra, preghiere, canti etc. ) che riducono il senso critico.

Un’ulteriore strategia di plagio, prende il nome di MANTENIMENTO e si realizza attraverso l’attività fisica intensa, l’alterazione del ritmo sonno-veglia o la privazione di sonno, un’alimentazione poco equilibrata o veri e propri digiuni, lunghi viaggi sfinenti verso luoghi, templi e santuari ritenuti sacri dal gruppo e così via. In questa tappa, inoltre, la persona è deresponsabilizzata, condizionata dagli altri membri a rimanere nel gruppo attraverso l’induzione di sensi di colpa e la paura delle punizioni.

Per concludere sono forse infiniti e non necessariamente difficoltosi i modi attraverso cui manipolare il prossimo, soprattutto se si è privi di coscienza, se non si provano sensi di colpa nello sfruttare il lavoro ed il denaro altrui, se non si ha alcun rispetto per la dignità, la libertà e la vita di un nostro simile.


TECNICHE DI CONDIZIONAMENTO E CONTROLLO MENTALE NEI GRUPPI SETTARI  

2^ parte     

(pubblicato sul n. 10/2001 del quindicinale riminese PAGINE CONTRO)

di Sonia Ghinelli , FA.VI.S Associazione Familiari delle Vittime delle sette

ALCUNE TECNICHE PSICOLOGICHE:

IPNOSI, TRANCE,

REVISIONE DELLA STORIA PERSONALE.

  

Molti di noi avranno sperimentato in ambito familiare o educativo o più in generale all’interno delle relazioni affettive, come sia spesso impresa gravosa indurre le persone a modificare il loro comportamento. A volte persino i suggerimenti più amichevoli, i consigli più obiettivi e disinteressati risultano del tutto inefficaci né si può dire ottengano maggior successo ordini, imposizioni od esplicite minacce.

Ovvio pertanto domandarsi come riescano certi leader di setta a manipolare i loro seguaci con tanta facilità. Nel precedente articolo ho cercato di delineare una risposta, descrivendo, seppur per sommi capi, le tre tappe  (isolamento, indottrinamento, mantenimento), attraverso cui si articola il processo di irretimento, conversione e plagio mentale degli aderenti ai culti, ovvero, i leader di setta sono in grado di modificare e dirigere i comportamenti umani grazie alla combinazione di tecniche di persuasione fisiologiche e psicologiche.

Queste ultime comprendono i metodi dell’ipnosi, della trance per induzione formale o naturalistica, la revisione della storia personale, la pressione dei pari, la manipolazione emotiva, gli inganni, etc. 

Margaret Thaler Singer e Janja Lalich hanno studiato l’impiego di questi metodi in ambito settario giungendo alla conclusione che essi costituiscono prettamente una forma di manipolazione e coercizione mentale, in quanto scopo effettivo del leader è inculcare, in una persona in stato di vulnerabilità, suggestioni che tendono unicamente ai propri scopi. Mi limiterò ad esaminare quelle  tecniche che producono effetti eclatanti sui soggetti e maggiori esiti, sottolineando, tuttavia, che nella maggior parte dei casi, il cambiamento comportamentale è realizzabile attraverso piccoli passi incrementali.

L’ipnosi può definirsi come un metodo psicologico atto ad ottenere una forma di concentrazione altamente focalizzata, in cui una persona consente ad un’altra di strutturare l’oggetto della concentrazione, sospendendo al contempo giudizio critico e coscienza periferica. Il potere della suggestione nell’individuo ipnotizzato è pertanto assoluto. Ad es., è sufficiente dire al soggetto che non può aprire il pugno per far sì che si determini una paralisi motoria o suggerirgli che non può avvertire un rumore o percepire un profumo e si verificherà immediatamente una paralisi sensoria, inoltre sotto induzione ipnotica è possibile suscitare illusioni ed allucinazioni così come provocare modificazioni radicali della personalità.

La trance è invece un fenomeno ove la coscienza  viene alterata, determinando il passaggio da una modalità di elaborazione mentale attiva, ad una modalità passivo-ricettiva. In altri termini, in trance il soggetto sospende l’analisi razionale e il giudizio indipendente, ascolta e guarda senza riflessione, non è in grado di valutare concretamente e coerentemente la realtà circostante e quella interna, non può più assumere decisioni consapevoli su quanto sta assimilando. In tale stato di alterazione della coscienza, il soggetto sperimenta l’assenza del normale orientamento generalizzato alla realtà (GRO), ossia  smarrisce la capacità di osservare attivamente quanto accade né è consapevole dell’ambiente che lo circonda e del proprio ruolo in esso.

Nella normale vita vigile il GRO è il sistema di riferimento che funge da background per la nostra consapevolezza, quando invece il GRO è indebolito a causa di induzioni ipnotiche, di metodi quali la visione guidata e la meditazione, di somministrazione di farmaci psicotropi e droghe allucinogene, di deprivazione o iper-stimolazione sensoriale, l’individuo risulta altamente vulnerabile tanto alle suggestioni delle influenze esterne quanto a quelle delle fantasie interne.

Molti comportamenti all’interno dei culti distruttivi, sono finalizzati a procurare negli adepti gravi stati di alterazione della coscienza anche laddove non ci si avvalga di una diretta induzione alla trance. In tal senso la procedura più comunemente usata è nota come induzione naturalistica alla trance.

Milton Erikson, famoso medico ipnoterapeuta, mise a punto un metodo di induzione naturalistica alla trance che offre una delle più chiare ed esaustive spiegazioni su come parole, stili di conversazione e un’attenta conduzione dell’interazione, possono determinare la collaborazione del soggetto senza avvalersi di induzioni formali alla trance o di altra sorta di pressioni. Una delle differenze fondamentali tra il lavoro di Erikson e i metodi dei leader settari è che il primo aveva  quale obiettivo l’interesse dei pazienti e le sue tecniche d’influenza erano unicamente orientate ad aiutarli a cambiare per migliorare la loro vita. I leader di setta, al contrario, sfruttano ciò che riconoscono essere un mezzo molto potente per modificare le persone a proprio unico beneficio.

Per Margaret Singer, le numerose ed interminabili conferenze e lezioni condotte da molti capi-setta, così come i canti di alcuni gruppi e certe prolungate pratiche meditative, soddisfano i criteri di induzione a livelli di trance transitoria.

All’interno del gruppo orientalista degli Hare Krshna, ho vissuto in veste di ‘osservatrice-partecipante’, l’esperienza della recitazione quotidiana del maha-mantra ” Hare Krshna, hare Krshna, Krshna Krshna hare hare, hare Rama, hare Rama, Rama Rama hare hare ” ripetendolo secondo l’usanza per 1728 volte al giorno e  sperimentando in conseguenza un progressivo distacco dalla realtà. Un ulteriore processo di induzione naturalistica alla trance è quello utilizzato ad es., nella cosiddetta setta degli arancioni. Il leader di questo gruppo, Bhagwan Shree Rajneesh, era solito infarcire i suoi discorsi e scritti, con innumerevoli paradossi e discrepanze cosicché gli adepti, per afferrare il messaggio presentato come logico ma di fatto illogico, erano costretti ad un notevole sforzo mentale che determinava un leggero stato di trance. Un altro processo di induzione alla trance largamente diffuso, consiste nella rievocazione di esperienze universali poiché destare un senso di universalità facilita l’oratore nel sollecitare la collaborazione degli ascoltatori. Frequente in molti gruppi anche l’utilizzo di esercizi di immaginazione guidata. Spronando i partecipanti a visualizzare la storia raccontata dall’oratore, si determina una particolare attenzione alle suggestioni e maggiore assorbimento dei contenuti rispetto ad un ascolto meramente valutativo e razionale.

La revisione della storia personale consiste nel modificare il vissuto dell’individuo per renderlo simile a quello di tutti i componenti il gruppo. Generalmente i neo-affiliati ascoltando le storie personali di coloro che militano da più tempo nel movimento, apprendono velocemente a ridefinire la loro vita, rimodellandola in base agli esempi. Non di rado essi imparano che è ‘corretto’ raccontare solo le esperienze dolorose del proprio passato e porre l’accento unicamente sugli eventi negativi e disastrosi occorsi prima di entrare nel gruppo.

Questo comportamento determina l’approvazione e l’apprezzamento degli altri membri al punto tale che i soggetti giungono a colorire le loro narrazioni con toni sempre più cupi e drammatici, inventando di angherie ed abusi familiari, di crudeltà ed egoismi propri ed altrui, di travagli interiori o di una precedente vita dissipata nell’alcol, nella droga e quant’altro. La revisione biografica, soddisfa numerose necessità ed obiettivi della dirigenza settaria. Infatti per inculcare nei propri seguaci l’idea di appartenere ad un popolo illuminato ed eletto, è innanzitutto  indispensabile proporre contrasti stridenti tra membri e non membri, in modo da fare apparire il mondo esterno al gruppo, come cattivo, illusorio ed ingiusto ed invece quello interno, come il migliore dei mondi possibile, l’unico ricolmo di grazia e pertanto vivibile.

(A pag.167 dell’opuscolo ‘LA CONOSCENZA CHE CONDUCE ALLA VITA ETERNA’ edito dalla congregazione dei Testimoni di Geova, si legge “La congregazione è anche un riparo, un rifugio in cui vi potete sentire protetti, al sicuro. Lì troverete persone dal cuore retto che si sforzano di fare ciò che è giusto agli occhi di Dio”). Contestualmente, dimostrare che il gruppo ha prodotto un miglioramento nella vita degli appartenenti, fornisce utile strumento di propaganda e reclutamento. Tutti noi rimarremmo favorevolmente impressionati dal racconto di un individuo che asserisce di aver trascorso una vita sordida e brutale e di essere poi radicalmente cambiato, convertendosi ai valori della pace e dell’amore professati dal gruppo ove ha preso a militare.

In diverse sette new-age ed in gruppi pseudo-religiosi, la revisione della storia personale è resa possibile  dalla tecnica della regressione all’infanzia. La promessa di un ritorno dell’anima all’innocenza di quel periodo, consente in realtà all’abile manipolatore, di appropriarsi dei ricordi del soggetto stravolgendoli secondo il proprio tornaconto e non di rado, secondo i capricci del leader di setta.

Sebbene la manipolazione mentale abbia come evidente obiettivo la mutilazione mentale dell’individuo, e nonostante le sette distruttive possano paragonarsi a campi di sterminio, ritengo non di meno veritiere queste parole di Steven Hassan : Non ha importanza per quanto tempo una persona sia rimasta in un culto distruttivo: c’è sempre la speranza che possa essere recuperata “.

 

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